AMATA
"Essere giudice donna ha una sua connotazione particolare, perché la sensibilità e generosità, tipiche del genere, si riflettono inevitabilmente nel modo di concepire e vivere il ruolo ed anche la sfera affettiva e personale. E’ un correre continuo tra difficoltà della giurisdizione, criticità dell’amministrazione della giurisdizione, capacità di mediare, e i problemi della famiglia, dei figli, le gioie ed i dolori degli amici”. Iside Russo
Presidente della Corte d'Appello di Salerno
Presidente della Corte d'Appello di Salerno
Leggere l’attualità attraverso la drammaturgia operistica, esortare il dibattito, approfondire argomenti, interpretare le mutazioni dei costumi sociali degli ultimi cent’anni: questo il compito – arduo e, per molti versi, affascinante – dei due incontri dell’11 e del 16 marzo.
Nei due appuntamenti – il primo riservato a destini, affetti, pulsioni dei personaggi femminili, il secondo al tema scottante della condotta persecutoria – la scelta è caduta su soggetti e situazioni tratti dall’opera italiana dell’Ottocento: una drammaturgia che, a partire dagli anni Trenta, si basa sempre più sul confronto drammatico e sui sentimenti dei personaggi. Nel primo incontro la scelta si è incentrata in particolare sui pezzi solistici, espressione dell’affetto momentaneo, e su opere e situazioni variegate: Le Villi – il primo cimento teatrale d’un giovane Puccini – in cui il maschio fedifrago viene punito, con la morte, da creature femminili ultraterrene, ascrivendo quindi alla dimensione leggendaria un castigo di fatto impraticabile nella vita reale del tempo. I Capuleti e i Montecchi di Bellini, in cui la parte en travesti di Romeo – convenzione già piuttosto desueta all’epoca, ma dettata dall’esigenza di denotare l’età adolescenziale dei protagonisti – può evocare allo spettatore odierno un esito drammatico tutto al femminile; Lucrezia Borgia e Il trovatore di Verdi: nell’opera di Donizetti la protagonista oscilla tra l’esercizio del potere e l’amore materno, in quella di Verdi quest’ultimo si confonde con il desiderio di vendetta, e la conseguente follia di Azucena si dispiega in un’aria convulsa e frammentaria; Madama Butterfly, dove l’inflessibile speranza di Cio Cio-san è smentita palesemente dal profilo melodico discendente, rivelando così l’inconciliabilità tra dialogo estoriore e interiore, tra sogno e realtà; Turandot e Anna Bolena: da una parte il sacrificio estremo di Liù e l’impossibile contatto tra due donne e due mondi inconciliabili, dall’altra solidarietà e perdono prendono il sopravvento: Anna riconosce nella rivale solo una vittima del marito e del potere politico e maschile. M° Ernesto Pulignano Docente Conservatorio di Musica "G. Martucci" - Salerno |
Concerto
a cura di Ernesto Pulignano
con
Roberta D’Alessio, soprano
Carla Jaci Da Silva Santos, soprano
Naomi Rivieccio, soprano
Genoveffa Volpicelli, soprano
Clarissa Concetta Piazzolla, mezzosoprano
Ernesto Pulignano, pianoforte
Giacomo Puccini
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Giacomo Puccini
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